Pripjat’


Pryp”jat’ è una città fantasma ucraina situata vicino al confine nord bielorusso, a circa 110 km a nord della capitale Kiev, nella vastissima area paludosa dellaPolesia. È una città fantasma in quanto sorge adiacente alla famosa centrale nucleare di Černobyl’, nota per il più grave incidente nucleare della storia umana mai avvenuto, ed ormai in disuso.

Ambiente

La città è quasi completamente disabitata. Le strade pur essendo ancora praticabili (anche se alcune piante sporgono dall’asfalto) sono praticamente inutilizzate dal 1986. Alcune vie e corsi sono stati chiusi da blocchi di cemento per impedirvi l’accesso.

Nonostante i controlli di polizia, vi sono ancora circa quattrocento persone, che in un modo o in un altro, sono tornate nelle loro case e vivono nell’area circostante alla centrale. Si cibano dei prodotti della terra, mangiando alimenti come verdura e funghi e bevendo l’acqua dei torrenti, altamente contaminati.

Per accedere all’area sono richiesti dei permessi speciali e per uscirne bisogna superare un “controllo” che, se non viene superato, costringe a sottoporsi ad una doccia contro le radiazioni. Anche i veicoli vengono controllati e, anche questi, nel caso di presenza di radiazioni vengono sottoposti ad una doccia chimica.

Veicoli militari dell’Unione Sovietica giacciono in un’enorme discarica a cielo aperto, nella vicina frazione diRossokha. Accantonati nel 1986 a causa dell’elevato quantitativo di radiazioni assorbite, formano tuttora una delle parti più contaminate di Pripjat’.

Questo inferno umano è diventato una specie di paradiso per gli animali. Non dovendo più interagire con gli uomini possono circolare liberamente. Hanno occupato abitazioni e strutture abbandonate e non è raro incontrare un lupo, un orso o una volpe che attraversano la strada.

Storia

Fondazione

La città, la cui costruzione iniziò il 4 febbraio 1970, fu pensata per ospitare i lavoratori ed i costruttori della centrale nucleare di Černobyl’, distante circa tre chilometri a sud-est, e le loro famiglie. Negli anni successivi vi si insediarono anche molte persone che non necessariamente avevano lavorato alla costruzione della città incrementando notevolmente la popolazione, data anche l’elevata qualità della vita a Pripjat’, relativamente alta rispetto al resto dell’Unione Sovietica: nel 1986, anno dell’abbandono, contava circa 47 000 abitanti.

Caratteristiche

A Pripjat’ tutto era moderno e funzionale: due ospedali di cui uno pediatrico, un centro commerciale, due hotel, numerosi bar e ristoranti, cinema, teatro, un centro polifunzionale che dominava la piazza centrale oltre alla piscina coperta, quest’ultima lasciata incredibilmente attiva fino al 2000 al servizio del personale che continuava a lavorare presso la centrale. Pripjat’ era anche soprannominata “la città dei fiori”, per le aiuole che si trovavano sparse più o meno dappertutto.

Una delle caratteristiche dell’insediamento urbano è di essere rimasto come fu lasciato dagli abitanti, fatta eccezione per i danni causati dallo sciacallaggio e dal tempo; infatti gli abitanti furono solo informati del fatto che sarebbero andati via per un massimo di tre settimane a causa di “un lieve incidente” avvenuto allaCentrale elettronucleare, ma non tornarono mai più, e così negli edifici rimasero arredi, automobili, fotografie ed elettrodomestici che furono in parte depredati, ma in gran parte lasciati nelle case, date anche le radiazioni accumulate. Solo una volta ogni anno, nell’anniversario della tragedia e nella ricorrenza del primo maggio, i residenti possono tornare a visitare la città in cui vivevano.

Architettura

Molte costruzioni non sono strutturalmente sicure, oppure hanno subito una dose troppo alta di radiazioni per poter essere visitate. Mentre è relativamente sicuro restare all’aria aperta, addentrarsi negli edifici può essere davvero pericoloso, in particolare in quelli con le finestre affacciate sulla centrale; tutte le porte sono state lasciate aperte per poter disperdere le radiazioni. Inoltre i pavimenti in legno e l’assenza di ogni tipo di manutenzione hanno reso molti edifici pericolanti. Tuttavia è possibile visitare Pripjat’, e tutta la zona evacuata, per un giorno tramite visite guidate organizzate dal sito web della città.

Radioattività

Il parco giochi, allestito per i festeggiamenti del primo maggio, è la zona più radioattiva della città, essendo esposto direttamente verso la centrale di Černobyl’, ma soprattutto perché il giorno del disastro il vento portò qui le prime particelle radioattive, che investirono la grande foresta che si trovava proprio alle spalle dello stesso, i cui alberi morirono totalmente in pochissimi giorni. La foresta venne soprannominata la Foresta Rossa dagli abitanti del luogo a causa del cambiamento di colore degli alberi stessi avvenuto per effetto delle radiazioni. Gli abitanti parlarono anche di stranissimi funghi che vi comparvero anche se non è mai stato accertato. Le radiazioni rimarranno nell’area per circa 48.000 anni, ma gli uomini potranno tornare ad occupare queste zone tra circa seicento anni.

[fonte Wikipedia.org]